PORTOFINO (Ge). Castello Brown. Tempera su tela “Giuditta e Oloferne”.

GIUDITTA-Portofino-ODDONE1Castello Brown, Via alla Penisola, 1

Dal complesso dalla chiesa domenicana di Santa Caterina a Finalborgo provenivano anche quattro tempere a monocromo su tela raffiguranti episodi dell’Antico Testamento con protagoniste quattro figure femminili: Ester, Giuditta, Abigail e la regina di Saba.
Le tele risultano negli inventari dei beni del Convento, ma, dopo la sua soppressione del 1864, confluirono nella parrocchiale di San Biagio, assieme ad altri dipinti e marmi, e nel 1865 erano a disposizione della Fabbriceria di quella chiesa e, negli anni successivi, furono vendute a più acquirenti.

Due tele sono attualmente in collezioni private, di cui è sconosciuta l’ubicazione.

Le altre due tele si trovano a Portofino nel Castello Brown e furono probabilmente acquistate intorno al 1870 dal console britannico Yeats-Brown, personaggio interessato al mondo dell’arte e mecenate, nonché all’epoca proprietario del castello.

descrimage0Le tele, secondo Caldera (2008, p. 247 n. 137), «facevano verosimilmente parte della cortina di protezione del polittico», eseguito da Oddone Pascale nel 1533 per la Chiesa di Santa Caterina e raffigurante il martirio di santa Caterina. Però Angela Accordon (SBSAE Liguria) rileva che le tele sono di formato più altro rispetto a quello dell’ancona, ciò farebbe pensare che non siano state realizzate per stare insieme con essa, pur essendo stilisticamente molto vicine. Probabilmente si trattò di due commissioni diverse. L’idea che le quattro tele potessero formare un insieme con l’ancona, probabilmente nasce dal confronto con la Pala del Rosario per la chiesa di San Giovanni a Saluzzo, che ha ante laterali con soggetti simili e con poche variazioni rispetto a quelli delle tele dipinte per Finalborgo.

Le tele a Portofino misurano 230,5 x 166 cm.
Queste ultime, inviate al restauro nel 2013 per ovviare al degrado della pittura, sono tornate nel 2017 nel castello Brown. I restauri sono stati eseguiti da Carla Campomenosi Oberto e Margherita Levoni de “Martino Oberto studio Opere d’arte”, sotto la direzione di Angela Acordon della SBSAE Liguria. Le opere sono attualmente protette da una struttura in plexiglas.

confronto 2 Giuditta

descrimage1La tela di “Giuditta e Oloferne”, o meglio “Giuditta con la testa di Oloferne”, ha caratteristiche simili alla analoga raffigurazione che si trova nell’anta a destra della pala di Saluzzo del 1535.
Vedi immagine di confronto.
L’eroina è in piedi, tiene con la mano destra un’arma da taglio e con la sinistra regge per i capelli la testa mozzata di Oloferne, il cui corpo giace sulla sinistra del dipinto, individuabile anche per la scritta soprastante: “HOLOFERNES”. Un’ancella aiuta Giuditta a mettere in un sacco la testa. Dietro le donne vi è un paesaggio con un accampamento militare e, sullo sfondo, un castello.
Riguardo all’arma che tiene in mano Giuditta, ha lama curva e un solo tagliente, quindi non è una spada, ma un tipo di scimitarra, tipica dell’Asia occidentale, ma che era ben nota all’epoca anche in Europa perché kilij e shamshir erano usati dai guerrieri dell’impero ottomano (Turchi, Saraceni…). Quindi è comprensibile perché il pittore abbia posto in mano all’eroina ebrea un’arma tipicamente orientale.

Il castello di San Giorgio a Portofino risale al XV secolo. Dopo il Congresso di Vienna, con il passaggio di Portofino al Regno d’Italia, la fortezza perse la sua importanza strategica e militare: venne dismessa e disarmata definitivamente nel 1867 e acquistata dal console Inglese Montague Yeats Brown, da cui il nome attuale del castello. Brown affidò il compito di restaurarlo all’architetto Alfredo de Andrade e all’ingegnere Pietro Tamburelli e l’edificio venne completamente trasformato in residenza privata senza snaturarlo. L’ultimo proprietario del castello fu l’inglese John Baber. Dal 1961 è di proprietà del Comune di Portofino che utilizza il castello come sede di esposizioni culturali.

Bibliografia:
– Caldera M., Ad radicem Vesulli, terra Salutiarum, vicis et castellis satis frequens»: percorsi figurativi nel marchesato fra Quattro e Cinquecento, in: Arte nel territorio della diocesi di Saluzzo, a cura di R. Allemano – S. Damiano – G. Galante Garrone, Savigliano CN 2008
– Castelnovi, I dipinti, in La chiesa e il convento di S. Caterina in Finalborgo, SAGEP Libri & Comunicazione, Genova 1982, pp. 61-63

Immagine per gentile concessione del Comune di Portofino
Parte delle notizie tratte da un pannello esplicativo in Castello Brown a Portofino.

 – Vedi presentazione di Angela Crosta: Oddone politt SALUZZO-15-10-21

 – Vedi video di Angela Crosta: https://youtu.be/rkFEWNHucH0