REVELLO (Cn). Abbazia di Staffarda, Polittico dell’altar maggiore, di Oddone Pascale.

Pascale-Oddone-687x1024Sull’altare maggiore dell’Abbazia di Staffarda spicca l’arredo più significativo dell’Abbazia: un polittico a valve eseguito da Oddone Pascale tra 1531 e 1533, in legno dipinto e dorato. Esso venne commissionato dal priore di Staffarda, Giovanni Ludovico di Saluzzo e misura 660 x 305 x 45 cm.

Il dipinto è firmato e datato “Odonus Paschalis D. Trinitate Saviliani 1531” nel tondo a capo del sarcofago nella scena della Resurrezione dell’anta sinistra.

La grande macchina d’altare rivela una soluzione di ampio respiro, con grandi ante, predella ed un teatro di sculture lignee policrome, che lascia presumere vi abbia preso parte un intero cantiere.

Le ANTE dipinti su entrambe le facce, rappresentano, se aperte, a sinistra l’Incoronazione della Vergine e la Resurrezione; a destra, l’Ascensione di Gesù e la Pentecoste.

Ad ante chiuse in alto vi sono i santi fondatori dell’ordine: Bernardo a sinistra e Benedetto a destra. In basso l’Angelo annunciante e Maria annunciata.

Interessante e originale è la PARTE CENTRALE che presenta un intero ciclo di piccole statue sacre finemente intagliate nel legno e policromate, rappresentante sette scene della vita di Maria e Gesù che si intrecciano tra pitture e sculture, creando un teatro di azione animato da gruppi plastici, di notevole scenografia, innovativa per l’epoca e paragonabile quasi a quelle di una salita ad un Sacro Monte.

Nelle scene in rilievo scultoreo (con la vitalità delle sculture, era legato al nuovo verbo dell’espressionismo manierista), nel primo ordine, in basso, l’inizio di ogni “principio”, l’Annunciazione, poi la Visitazione, la Presentazione al tempio, l’Adorazione dei Magi.

Nel secondo ordine, le scene al tempio: la Circoncisione e il Cristo fra i dottori.

In alto la sola scena della Morte della Vergine.

Nella PREDELLA, in basso, vi sono otto ovali con le scene, da sinistra: la nascita della Vergine, il suo sposalizio, la Fuga in Egitto, il miracolo delle Nozze di Cana, il Battesimo; la Resurrezione di Cristo; la predicazione, l’ingresso a Gerusalemme.

Infine, forse per centrare ancora un pensiero arcaico nell’abbazia saluzzese, a conclusione del retablo centrale, indicato dalla data del 1533 riportata nei basamenti, due enormi ventole con un basamento a colonna fiorita, lavorato con cornici intessute di girali, fiocchi, cornucopie, con inseriti i due Profeti legati al Cristo e alla Vergine, Davide e Isaia.

Altra data, 1531, con la firma, per la parte centrale.

Autore: Marco Invrea

Fonte:
Estratto dal testo di Andreina Griseri “Grandi macchine per gli altari-teatro. I grandi altari di Ranverso e Staffarda“ (THEATRUM MAURITIANUM, Viaggio attraverso i beni artistici dell’Ordine Mauriziano, Edizione a cura di Franco Maria Ricci- Ordine Mauriziano, Torino).

Presentazione di Marco InvreaPresentazione per Staffarda- copia pdf

Immagini delle ante, parte non visibile: